La demenza è un complesso di malattie cronico degenerative che comprende un insieme di condizioni, la cui storia naturale è caratterizzata dalla progressione più o meno rapida dei deficit cognitivi, dei disturbi del comportamento e del danno funzionale con perdita dell’autonomia e dell’autosufficienza con vario grado di disabilità e conseguente dipendenza dagli altri. La demenza interferisce con le attività sociali, lavorative e di relazione del malato e provoca un declino delle sue capacità.

Esistono diverse forme di demenza, che si distinguono in base alla gravità dei sintomi ed alla velocità  di progressione della malattia.

Le demenze possono essere di tipo reversibile  e irreversibile.

Le forme reversibili rappresentano una piccolissima percentuale; i deficit, in questo caso, sono secondari a malattie o disturbi a carico di altri organi o apparati. Curando in modo adeguato e tempestivo queste cause anche il quadro di deterioramento regredisce e la persona può tornare al suo livello di funzionalità precedente.

La maggior parte delle demenze è di tipo irreversibile. Queste si distinguono in forme primarie e secondarie. Le forme primarie  sono di tipo degenerativo ed includono la Demenza di Alzheimer, quella fronto temporale  e quella a corpi di Lewy.  

Fra le forme secondarie, la più frequente  è la demenza vascolare .

Le demenze irreversibili, a livello sintomatologico, sia nella fase iniziale sia parzialmente in quella intermedia, sono abbastanza caratterizzate e distinguibili tra loro. Nella fase avanzata le differenze  si assottigliano fino a scomparire del tutto.

Per ulteriori approfondimenti è possibile consultare l’apposita sezione del sito internet dell’Istituto Superiore di Sanità